Lega Navale Italiana
Sezione di Savona
M
EDITERRANEAN ODYSSEY 2002Dal diario di bordo di SHAMAL (di Davide Biancheri)
7 maggio 2002
ore 02:30 – Fino all'una abbiamo corso a oltre 6 nodi. Poi il vento è salito a 30 nodi e alle due siamo saltati tutti sopra coperta a togliere la randa e rollare il genoa. Nessuno ha dormito, ogni tanto qualcuno sta un po' in cuccetta per riposare le ossa, ma si resta vigili perché c'è troppa onda e non è possibile rilassarsi. Siamo sulla rotta diretta per Barcellona. Scrivere quattro righe del diario di bordo è un impresa.
ore 07:00 – Siamo al largo di capo San Sebastian. Cos'è il sole?
ore 08:00 – Abbiamo rollato fino ad avere un fiocco 2 perché il vento è salito a 40 nodi. Fuggiamo subendo passivamente il nostro sbattimento. Non si mangia e non si dorme e ogni tanto ci si gira verso poppa a guardare con raccapriccio i cavalloni che ci galoppano sulla poppa, segnati dalla nostra scia velocissima: il log ha segnato più volte punte di 9,5 nodi… praticamente precipitiamo a valanga giù dalle onde.
E' meglio non guardare troppo indietro: fa impressione.
ore 14:00 – Ci mancava solo la pioggia. Eravamo riusciti a non bagnarci in mezzo a queste onde e ora siamo fradici di pioggia a 20 miglia dall'arrivo. Decidiamo di buttarci verso terra sperando di trovare meno vento.
ore 15:00 – Scelta sbagliata, sul fondale basso sottocosta c'è un mare pazzesco con 50 nodi in poppa e la pioggia sferzata dal vento entra da per tutto in cabina ogni volta che apriamo lo sportello.
Ossia: come andare a cercarsi quello che non augureresti neppure al tuo peggior nemico.
ore 15:45 – Siamo in vista dell'imboccatura del porto di Barcellona con il mare in poppa, ma non abbiamo il coraggio di entrare perché per farlo c'è da prendere al traverso l'onda che è di 4-5 metri (senza esagerazione). Un'onda così ti spazza via…
ore 16:17 – Siamo arrivati. Ma l'arrivo è stato pauroso.
Abbiamo deciso di entrare con l'onda al giardinetto fino ad arrivare a ridosso del molo. Per farlo abbiamo dovuto strambare, al timone c'ero io e in quel mare impossibile ho fatto casino. Mi hanno immediatamente scostato e Dino ha preso il timone: una preghiera, il motore acceso, prua fra il fanale rosso e il verde, un brivido e via in surf a infilarci nella cruna dell'ago senza farci travolgere dal frangente.
Abbiamo coperto 180 miglia in 29 ore e 17 minuti, a oltre 6 nodi di media. Non abbiamo rotto nulla e siamo stati tutti bene, Alessandra meglio di tutti. Federico dice che non l'ammazzano neanche le bastonate, infatti lei riusciva a dormire anche con le onde che ci sbattevano come una lavatrice.
Sono arrivate tutte le barche, esclusi Cap Noisette che aveva rotto il boma a Porquerolles e Shanti che è rimasto a Marsiglia.
A bordo è tutto bagnato, ma con la stufa accesa al massimo, una bella pasta al pesto, i dolcini portati da Marsiglia e Rum a volontà le cose cominciano ad andare meglio.
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